ESPERIENZA ROMA – “Quando lavoravo con la Roma ai tempi di Spalletti, non c’erano ancora gli americani. Sono cambiate tante cose in meglio, nella struttura della società, Trigoria è cambiata, ci sono sistemi di lavoro più sofisticati. Nella valutazione della prestazione fisica è cambiato molto, adesso utilizzano dei gps che monitorano tutto: quando fatica e quanto stress hanno i giocatori, tutte cose che non avevamo prima. La medicina è supportata da un sacco di cose in più a livello tecnologico”.

STRESS – “La psicologia influenza parecchio il calciatore. Esistono due tipi di stress: quello buono, l’eustress, e quello cattivo, il distress. Lo stress positivo ad esempio nell’uomo produce testosterone, lo fa star bene, un eccesso di stress invece lo diminuisce e produce a livello centrale del cortisolo, che è una sostanza che l’essere umano produce in situazioni di difficoltà: non solo fisiche ma anche emotive. A livello muscolare il cortisolo stimola il catabolismo delle proteine e accelera la degradazione del muscolo. Nel catabolismo ci sono tutte quelle reazioni e processi metabolici che aiutano l’organismo a scindere le sostanze più complesse in sostanze più semplici. Quando il sistema non funziona bene, invece di aiutarci nella fase di riposo a produrre fascio muscolore, lo degrada e lo rovina. Se c’è un giocatore che vive uno stress emotivo, questo magari lo fa riposare meno. Un soggetto che dorme meno si predispone anche a delle lesioni muscolari perchè nella fase dove il muscolo dovrebbe riposare e svolgere tutte quelle funzioni che servono a rimettersi a posto, invece non lo fa e tutto viene meno. E quindi è più soggetto a farsi male, perchè il cortisolo aggisce sul sistema immunitario”.